La Dieta Cilentana
Il Cilento e le sue risorse. Le risorse della terra come il vino, l’olio e i cereali in un’ideale triade che ne sostanzia il valore simbolico e sociale. È il valore del Mediterraneo, il valore dello scambio tra mare e terra, scambio di popoli e di merci, scambio di culture e colture.
Il Cilento è oggi un paesaggio vivente e vitale che conserva allo stesso tempo i caratteri tradizionali che l’hanno generato nell’organizzazione del territorio, nella trama dei percorsi, nella struttura delle coltivazioni, nel sistema degli insediamenti, nelle tradizioni.
(cit. Parco del Cilento Il paesaggio vivente, Napoli, Electa, 1998)
La Dieta Mediterranea nel 2010 diventa Patrimonio Unesco e viene inserita nella lista dei Patrimoni Culturali e Immateriali dell’Umanità. Sette i luoghi simbolo individuati dall’Unesco: il Cilento in Italia, Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Chechaouen in Marocco, Agros a Cipro, Tavira in Portogallo e Brac e Kvar in Croazia.
Sette luoghi emblematici, sette paesi che hanno in comune quelle pratiche sociali e culturali che si legano alle abitudini alimentari, e che nascono dall’antica storia creatasi attraverso il grande movimento di popoli e merci nel bacino del Mediterraneo. E quindi il Cilento e la sua dieta.
La genesi di questo riconoscimento è lunga e complessa, ma c’è un padre, è Ancel Keys, biologo e fisiologo, che approdò per la prima volta nel 1944 a Paestum al seguito della V° Armata, l’inventore della Razione K dalla prima lettera del suo cognome, una razione che ha nutrito generazioni di giovani soldati.
Allievo del premio Nobel per la medicina August Krogh, trovò negli anni sessanta nel sud Italia, in particolare nel Cilento, il luogo dove vivere e approfondire le sue ricerche insieme alla moglie Margaret Haney.
Quindi un modello alimentare con un valore sociale e culturale. Gli stati aderenti al dossier UNESCO hanno assunto l’obbligo di salvaguardare questi elementi e la loro memoria, l’Italia è andata oltre elaborando la Carta dei Valori della Dieta Mediterranea UNESCO, con lo scopo di promuoverne la diffusione e incoraggiare le iniziative di educazione alimentare e sviluppo sostenibile.
Ecco un estratto della definizione ufficiale con la quale la Dieta Mediterranea è stata iscritta nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale dell’umanità UNESCO:
“La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità. Tuttavia, la Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo…”
(Tratto da Decisione 5.COM 6.41 – Mediterranean Diet. Decisione finale adottata il 16 novembre 2010 all’unanimità dal Comitato intergovernativo della Convenzione UNESCO del 2003 (V° sessione di lavoro, Nairobi 15-19 novembre 2010)).
Il Cilento luogo emblematico, terra di storia e tradizioni, fortunate occasioni e coincidenze.
(Testo e ricerche a cura di Antonio Prinzo)